Napoli è un luogo con una storia millenaria ricca di arte e cultura, ma anche di tante tradizioni che hanno reso celebre nel mondo questa splendida città. Dalla musica al cibo, fino alla cartomanzia e ai riti religiosi, esistono 5 tradizioni napoletane che rappresentano perfettamente le innumerevoli sfaccettature della cultura partenopea.

La tarantella napoletana

Una delle danze popolari più conosciute nel mondo è senza dubbio la tarantella napoletana, una tradizione viva ancora oggi che lega la società moderna della città alle sue origini. Nata probabilmente già in epoca greca, la tarantella classica come oggi la conosciamo è riconducibile al XVIII secolo, quando queste danze si diffusero nella zona di Napoli per animare le feste di paese e rallegrare le celebrazioni religiose.

La tarantella napoletana non è una danza banale, ma contiene numerosi riferimenti di valore sociale e storico, come quello al culto di Dioniso e alla lotta alla repressione subita per molto tempo da parte della Chiesa. Oggi questa danza popolare si balla in coppia durante eventi e sagre, con musiche dal ritmo cadenzato e costumi che evocano personaggi caratteristici come l’iconico Pulcinella.

La cartomanzia napoletana

Una tradizione intrigante legata alla cultura partenopea è la cartomanzia napoletana, un’arte divinatoria che prevede l’utilizzo delle carte napoletane con i quattro semi di coppe, spade, denari e bastoni per comprendere meglio l’esperienza umana. La cartomanzia napoletana è una tradizione piuttosto radicata ancora oggi, in quanto permette di ottenere una visione chiara sulle questioni che si vogliono indagare.

I tarocchi con le carte napoletane consentono di scoprire indicazioni interessanti sul passato, il presente e il futuro, per avere dei segnali su aspetti della vita quotidiana come l’amore, il lavoro o la salute. Ovviamente il responso delle carte napoletane non mostra un destino immutabile, ma un’interpretazione della realtà che ci circonda per aiutarci a prendere delle decisioni complesse o appena per soddisfare la propria curiosità.

Il caffè sospeso

La tradizione partenopea del caffè sospeso è senza dubbio una delle più curiose, una peculiarità popolare nata a Napoli e oggi diffusa anche nel resto del mondo. Questa usanza di generosità e condivisione prevede che un cliente di un bar possa decidere di prendere un caffè e pagarne due, ad esempio perché si sente particolarmente fortunato quel giorno o desidera aiutare delle persone meno fortunate.

Con il caffè sospeso, infatti, la persona successiva potrà gustarsi un vero espresso napoletano al bar senza pagarlo, in quanto l’importo è già stato versato in anticipo dal cliente precedente. Questa abitudine partenopea, molto popolare negli anni del boom economico italiano, è tornata in auge recentemente anche grazie al libro “Caffè sospeso” di Luciano De Crescenzo pubblicato nel 2017.

La festa di Piedigrotta

Oggi si parla molto a Napoli dell’importanza di far riscoprire la festa di Piedigrotta ai giovani, per non rischiare che questa usanza venga dimenticata dalle nuove generazioni. Le radici di questa tradizione sono nel mondo greco-romano, ma nel III secolo si trasformò in una festa dai connotati tipicamente cristiani perdendo alcuni aspetti iniziali come quelli che richiamavano i riti orgiastici per il dio Priapo.

Ma la grande popolarità di questa rappresentazione arrivò soltanto nel 1400, quando assunse una dimensione sempre crescente fino a diventare una festa nazionale con la nascita del Regno di Napoli. Oggi questa tradizione partenopea millenaria sta lentamente scomparendo, infatti l’ultima edizione di questa festa per Napoli si è tenuta nel 1967, tuttavia esistono molte persone e associazioni che stanno tentando di riportarla alla sua antica grandezza.

I presepi napoletani

Una delle tradizioni partenopee più caratteristiche sono i presepi napoletani, una storia con origini antiche portata avanti dai grandi maestri artigiani di Napoli. La cultura del presepe nel capoluogo campano è nata nel 1500, ma è nel 1600 che visse la sua epoca di maggiore crescita grazie al supporto fornito da numerosi artisti napoletani, i quali introdussero nuovi personaggi secondari e una serie di scene della vita quotidiana.

Il presepe napoletano attuale si rifà però a quello del 1700, un’ambientazione ormai diventata iconica e un vero e proprio riferimento per chi realizza queste opere d’arte. Ovviamente ogni elemento ha il suo significato, dai luoghi come il ponte che rappresenta il passaggio nell’ignoto e nell’aldilà fino ai personaggi come i dodici venditori di cibo che sono l’allegoria dei dodici mesi dell’anno.